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La vita, si sa, è piena di momenti belli e altrettanti brutti e forse il fascino di viverla sta nell’assistere all’alternarsi degli uni e degli altri…
Non hai finito di cambiare la ruota che si è bucata che incontri una bellissima ragazza che risponde al tuo sorriso, hai appena gioito perché accetta il tuo invito a cena che vieni a sapere che vuole andare in quel ristorante da duecentomila lire a persona, non hai ancora mandato giù il suo “no” al tuo invito ad una notte di follie a casa tua che (dopo cena) ti confessa di essere un travestito…
Certamente uno dei momenti peggiori (a mio avviso) è quello nel quale devi accettare giocoforza una situazione spiacevole perché sai che è giusto così…
Questo lo si insegna ai bambini per abituarli ad convivere, una volta adulti, con queste contraddizioni della vita…
Mò, dico io, con tante scoperte importanti, potrebbero inventare la medicina buona di sapore? E invece no! Il bimbo va educato! La medicina fa schifo, ma bisogna prenderla, per far passare quel brutto male al pancino!
Sarà utile, una volta adulti, questa specie di tortura…
Le lasagne sono buone, il casatiello è sublime, la cassata siciliana fa emergere la libido, lo spaghetto a vongole è la dimostrazione della meraviglia della natura…
La dieta no! La dieta fa schifo, fa intristire, fa venire l’esaurimento, fa diventare cattivi, eppure…
Non puoi mentire a te stesso: è utile, è importante, la devi fare, se vuoi stare meglio…
Forza, sei o sette anni di piccoli sacrifici…
Il lavoro spesso è insopportabile, è noioso, è frustante, ti fa pensare che lavori undici mesi e vai in vacanza per uno solo, quando sarebbe più naturale e più giusto il contrario (Cofferati, pensaci!), eppure…
Se non lavori non guadagni, non puoi comprarti i libri, non puoi andare a teatro o al cinema, non puoi andare a fare quel viaggetto che desideri tanto…
Dove voglio parare?
Io, come tutti i napoletani, soffriamo molto il lunedì e il giovedì dalle 8,30 alle 13,30 e una domenica al mese…
Lo sappiamo che è giusto così, che il traffico era diventato insopportabile, che i nostri bambini ora respirano meglio, che la città sta diventando più vivibile, ma un po’ soffriamo lo stesso…
Giovedì scorso sono sceso a piedi, ho passeggiato tranquillo in mezzo a tante persone delle quali prima vedevo solo la testa dal finestrino delle auto bloccate ore ed ore al semaforo, ho respirato un’ aria diversa, ho riscoperto tanti angoli del mio quartiere che avevo dimenticato...
Eppure, per un attimo, mi ha preso un momento di tristezza, mi sono fermato al semaforo ed ho cominciato a guardare un vigile addetto al controllo delle auto alle quali era consentito circolare…
Lo guardavo intensamente, mentre inseguivo i miei pensieri, e sono restato lì a lungo, tanto che l’agente, dopo un po’, mi ha raggiunto domandandomi se avessi bisogno di qualcosa ed io, con tristezza, gli ho detto:
“Ma ve lo ricordate, voi, quando eravate piccolo, come faceva schifo la medicina ?”
Lui mi ha fissato, poi ha guardato il suo collega che intanto si era avvicinato, mi ha posato una mano sulla spalla e mi ha detto teneramente:
“Non ci pensate… Andate a casa e mettetevi a letto…”
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