TIPI DA SPIAGGIA di Franco Pennasilico

IL MATTINO  29 Agosto 1992


CHE CASINO TENERE SU 'STO CASINO'

Articolo 12 di 42


Vi assicuro che non è stato facile illustrarvi fino a questo momento i vari campionari di «Tipi di spiaggia», non tanto perché manchino gli esemplari, ma più che altro perché certi atteggiamenti vanno visionati in loco, mentre risulta molto arduo raccontarli attraverso le colonne di un giornale...
Un giorno che avevo bisogno di spunti, ho avuto un'idea...
Sono andato al mare (mi sono sacrificato per voi, amici lettori!) e mi sono messo a passeggiare sul bagnasciuga lungo tutta la spiaggia, cercando di osservare il più possibile, avendo cura di portare in cintola un miniregistratore perennemente in funzione, sicuro poi, una volta a casa, davanti alla mia macchina per scrivere, di risentire i suoni, le voci, i vari rumori da tradurre in sensazioni e quindi in parole per voi...
Ebbene, il nastro mi restituiva pressappoco la seguente traccia: «...ttenzione, che non si tocca, al largo, vi convie... smettila, che ci vede mammà, e poi devo tornare... a me una cotoletta in più, per favore, tengo 'na fetenta e famma... tieni la racchetta in alto, senno' la palla... a che gusto lo vuoi, il gela... ma vieni, al cinema, stase... se non mi vuoi bene, mi metto con Fernan (..............................) il bambino, dove sta?... Non vengo più, a mare con te...»
Lo spazio punteggiato fra parentesi corrispondeva a circa un minuto e mezzo di silenzio assoluto... Pensavo ad una guasto dell'apparecchio, ma sentivo dei rumori di fondo...
«Possibile - pensavo - che ci fosse una zona di silenzio e non me ne sono accorto?». 
Dopo aver tentato in più riprese di fare mente locale, e non avendo trovato la risposta, amici lettori, sono stato costretto ad ulteriore sacrificio, e la domenica successiva sono tornato in spiaggia per verificare... 
Ho ripercorso il medesimo tratto della volta precedente... Ho incontrato il bagnino, la coppietta in effusioni, l’ affamato, i giocatori di racchettoni, e poi... ecco cos'era la zona del silenzio! 
La zona dei giocatori di carte!
Non ci avevo fatto caso, ma passare nella zona dei giocatori di carte è
come togliere il volume al televisore dopo mezz'ora di concerto di Jovanotti a tutto volume!
Io sono favorevolissimo alle campagne sulla sensibilizzazione al problema della droga, alla lotta agli stupefacenti pesanti, alla creazione di iniziative per salvare tante vite umane, ma ci sono tanti altri casi che sarebbe interessante analizzare...
I giocatori di carte doc hanno spesso lo sguardo assatanato e non si fermano davanti a nessuna difficoltà...
Ho visto persone giocare a tressette o a scala quaranta per terra (usando la borsa frigo come tavolino), sui muretti di recinzione, sui cofani delle auto, seduti sulla sabbia utilizzando come tavolo la pancia del nonno steso a fare le sabbiature...
Una volta ne ho viste addirittura quattro su quattro materassini, in
mezzo al mare, attraccati alla boa usata come ripiano per il gioco...
La prima mescolata avviene subito dopo l'apertura dell'ombrellone e I' ultima immediatamente prima della vestizione per tornare a casa...
Le carte sono così sfruttate che i quattro «Jolly», notoriamente sorridenti, in alcuni mazzi hanno l'espressione sofferente di chi ha calzato per cinque ore ad una cerimonia nuziale le scarpe troppo strette-
Molti di voi sapranno che il «sandwich», il famoso panino ripieno, fu
inventato da un certo Lord Sandwich, che chiese al suo maggiordomo di poter mangiare qualcosa senza dover abbandonare il tavolo da poker, disponendo di una sola mano libera...
Ebbene, io ho conosciuto un gruppo di giocatori da spiaggia che, per giocare a scala quaranta, un gioco che per il gran numero di carte distribuite tiene impegnate entrambe le mani, ha inventato le flebo da spiaggia...
Ogni giocatore ha accanto a sé l'asta con la sua brava boccia da flebo collegata al braccio... 
Il signor Arturo ha la boccia di pasta al forno, la signora Clelia quella di pasta e patate, la signora Emma quella di riso col ragù.
Solo il signor Giovanni ha delle difficoltà, perché si ostina a farsi fare la flebo di frittata di maccheroni che passa male nell'ago...
A volte, per buona educazione, si scambiano le flebo per fare assaggiare le pietanze ai compagni di gioco, facendo attenzione però, sensibili alle campagne del Ministero della Sanità a non scambiarsi le siringhe...
Be', credo anche questa settimana di aver fatto il mio dovere e di avervi illustrato un ennesimo «Tipo da spiaggia»...
Scusate se smetto e chiudo l'articolo, ma ho una certa fretta di terminare il mio solitario...
Scrivetemi presso «II Mattino» se ricavate durante le vostre vacanze altre indicazioni utili a salvare tanti nostri amici lettori. 
Pensando sempre al «Tipo da spiaggia» ricordate il nostro slogan:


TIPO DA SPIAGGIA:
SE LO RICONOSCI LO EVITI
SE LO SGAMI
NON TI UCCIDE (LA SALUTE!)