SU IL SIPARIO di Franco Pennasilico

NOTIZIARIO FLEGREO 24 Marzo 2000


INSALATE E MINESTRE… RISCALDATE

Articolo 20 di 42


Qualche settimana fa, mentre ero fuori Napoli per lavoro, la mia curiosità "professionale* mi ha spinto ad assistere allo spettacolo di Tullio Solenghi “Insalata di riso”.
La riconosciuta bravura del protagonista non è bastata a togliere il senso di delusione e di rabbia che percepivo all'uscita dal teatro.
La sensazione è stata quella di aver avuto rifilato, piuttosto che un'insalata di riso, un piatto riscaldato, cucinato qualche anno fa...
Lo spettacolo è stato realizzato mettendo insieme i vari pezzi storici interpretati dall'artista nel corso della sua carriera televisiva. 
Se da un lato fa piacere sempre rivedere gli storici cavalli di battaglia di Tullio, dall'altro spiace essere costretti a vedere un repertorio che ti da la spiacevole sensazione di essere non a teatro ma davanti alla TV a vedere una "Domenica In" dell'anno scorso.
Pur apprezzando la notevole levatura artistica di Tullio Solenghi e ridendo in vari punti dello spettacolo, non si può fare a meno di pensare alla difficoltà di comprendere il mistero dell'alchimia che costruisce delle miscele irripetibili e resistenti a mille tentativi di clonazione.
Come mi capita ascoltando deluso le ultime canzoni di Lucio Battisti di andare col ricordo al vulcanico sodalizio con Mogol, così vedendo Solenghi (ma questo mi capita anche vedendo Lopez o la Marchesini) mi sembra che aleggino sotto la volta del teatro i fantasmi del TRIO, un punto fermo nel panorama della comicità italiana (nel novembre '90 raggiungessero un ascolto di 10.905.000 spettatori!!).
Probabilmente ci sono ragioni a noi poco note che facciano sì che un gruppo collaudato si sciolga, ma è davvero incompressibile la causa che spinge tre eccezionali artisti a ripiegare su insalate di riso, piuttosto che ad allestire spettacoli teatrali che facciano spiccare le loro doti non comuni nel recitare, imitare, cantare, parodiare, giocare con i suoni emessi dalle loro voci.
Speriamo, noi che li amiamo, che tornino insieme o perlomeno che si indirizzino su un repertorio diverso. .
Non so se sono eccessivamente esigente, ma credo che se a teatro, l'altra sera, ci fosse stato il Padreterno, forse il suo famoso caffè, fra le nuvolette, al nostro non l'avrebbe offerto più....