QUI LO DICO E QUI LO NEGO di Franco Pennasilico

NOTIZIARIO FLEGREO 28 Giugno 1998


CASA E PUTECA

Articolo 18 di 42


Spesso mi capita di essere in giro per lavoro e di visitare tante città italiane, e di tutte mi innamoro un po’, perché tutte, in un modo o nell’altro, hanno un fascino che raramente ho riscontrato trovandomi all’estero.  Quando sono a Roma o a Milano per spettacoli, non di rado mi sento formulare da parte di colleghi o addetti ai lavori la seguente domanda:  “Ma come mai continui a vivere a Napoli?”  Non nasce da razzismo questa curiosità, ma dal fatto che effettivamente per alcuni lavori o professioni, sarebbe più utile vivere in certe città piuttosto che in altre, per comodità o per una migliore pianificazione dell’attività stessa.  Effettivamente per chi fa teatro, cinema e televisione sarebbe più opportuno vivere a Roma o Milano, ma questo non accade soltanto nel campo artistico…  Se operi nel settore Formula 1 dovresti vivere vicino Maranello, se sei un Playboy Rimini e Riccione sono l’ideale, se ti sei specializzato nel furto di opere d’arte ti conviene trasferirti a Firenze, se sei un autore comico in cerca di spunti il tuo posto è in Padania o dove più spesso Umberto Bossi organizza i suoi comizi o le sue manifestazioni di protesta, veri e propri happening collocabili politicamente fra la parata circense e la gita fuori porta il Lunedì in Albis…  Ma io non ci riesco…  So che sarebbe meglio, ma io non riesco…

Dopo qualche giorno lontano dalla mia città comincio a sentire come un prurito, una irrefrenabile voglia di grattarmi su tutte le parti del corpo, come se fossi ricoperto da affezioni cutanee e colpito da terribili insetti tropicali…  Avverto uno sgretolamento, una decomposizione del mio corpo, come se perdessi dei pezzetti del mio organismo, della mia coscienza, della mia maturità di uomo…  Assisto a questa perdita soffrendone immensamente, come mi capita quando al mattino mi accorgo di aver lasciato dei capelli sul cuscino…  Ma a differenza dei capelli, ecco che appena tornato a Napoli, mi accorgo che si riformano quelle cellule di umanità smarrite altrove…

Forse per le mille cose che in questa città non vanno bene, ma per le mille che te la fanno amare, per le mille inefficienze ma per le mille cose che iniziano a funzionare, per le mille cose per le quali ci vergogniamo ma per le mille che ogni altro cittadino del mondo vorrebbe avere..  Forse è per questo che mille artisti fuggono via, ma mille restano…  Felici di restare…